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  • (di Stelio W. Venceslai)

Tertium non datur

E così, il Conte ter forse non si farà. A chi spetterà l’arduo compito? Gli opinionisti scandagliano il futuro. Il Presidente Mattarella affida al Presidente della Camera un mandato esplorativo, un incarico istituzionale, e non perché sia il meglio fico del bigoncio.

Gli occhi sono rivolti alla greppia della destra: Rotondi, Berlusconi, qualche transfuga. Occorrono anime buone, pensose degli interessi del Paese, soprattutto europeiste. Questa è la gran novità del momento, bisogna essere europeisti, adesso, come un tempo occorreva essere dell’arco costituzionale. Trappole per allodole vergini.

Chiaramente non europeisti sono i Fratelli d’Italia, guidati da quell’infame antieuropeista della Meloni che, guarda caso, ma questo non lo diciamo, è Presidente del gruppo conservatore al Parlamento europeo. Più europeista di così! Ma non lo diciamo e facciamo finta di nulla.

La paura di andare alle elezioni taglia le gambe. Le ragioni vere per cui tutti scansano l’idea del voto come se fosse la peste sono tre:

a - non si vota perché, secondo i sondaggi, vincerebbe l’opposizione;

b - non si vota perché almeno un terzo degli attuali parlamentari rischia il posto, perché il numero dei deputati e dei senatori è stato ridotto di un terzo;

c - non si vota perché se Conte fa un partito suo, risucchia elettori al PD e a 5Stelle, non certo a Salvini e alla Meloni.

Tutti escludono la santa e diretta via delle elezioni. C’è la pandemia, dicono, come se non si potesse in fila votare, ordinati e con la mascherina, come già s’è fatto. Altre sciocchezze, ma ripetute e diffuse con serietà. Si è votato in America, si vota in Estonia, si vota in Olanda, si vota in Portogallo, si è votato poco tempo fa in Italia alle regionali. Le elezioni nazionali no. Siamo troppo cagionevoli.

Allora, raffazzoniamo un esecutivo di citrulli, tanto non si vede la differenza con il governo di prima, e andiamo avanti sino alla fine. Del Paese.

Il video è pieno di chiacchiere, ragionamenti sottili, tirati con il filo di seta. Alla fine, questi opinionisti sono migliori dei loro Ministri di riferimento. Perché non fare un governo di giornalisti? Viva la comunicazione!

Continua il corteggiamento di Renzi perché rientri nel “perimetro”. Ma, attenzione, i 5 Stelle dicono: mai con Renzi. Per loro è come la Val di Susa o il MES. Una questione di principio. E allora? Semplice: sembra che si siano ricreduti. Il PD la settimana scorsa ha fatto lo stesso. Poi Zingaretti, con la stessa faccia, questa settimana, ha sostenuto il contrario. Viva la coerenza!

Altri commentano che fatto un nuovo gruppo parlamentare di “europeisti” in ritardo, il numero dei sostegni a un Conte ter resta lo stesso di una settimana fa. Addirittura il PD “presta” un senatore al nuovo gruppo per far numero! È scioccante.

Occhi dolci alla bella Carfagna, a padre Rotondi, al venerando Berlusconi. I 5Stelle,però, dicono: mai con Berlusconi, ma tanto nessuno li sta a sentire. E allora, con chi si fa il governo?

Nessuno si duole della dipartita di Conte, questo oggetto misterioso inventato da 5Stelle che ha dato prova di dar fastidio a tutti. E il povero Casalino, che fine farà? Sic transit gloria mundi.

I candidati alla successione si sprecano, a cominciare dall’inutile Casini. Ha girato tutti i partiti, è il decano del trasformismo, sempre a galla, con il bianco, il verde, il rosso. Un vero patriota.

La Bellanova non si sgomenta all’idea di un Di Maio Presidente del Consiglio. Abituata con i braccianti alle dure lotte sindacali, non ha battuto ciglio alle provocazioni. Perché no? pare che abbia detto. Tutto è possibile nella penisola sballata. Ministro dell’economia e del Lavoro non ha fatto nulla, tranne la bufala dei navigator (a proposito, che fine hanno fatto, sono spariti come le Sardine?), come Ministro degli Esteri è andato ancora peggio, come Presidente del Consiglio dei Ministri sarebbe carismatico solo per sua madre.

Se non si fa il Conte ter- pare che Conte sia il perno della salvezza del governo rosso verde – saremmo in piena sciagura. Ma lo saremmo lo stesso anche con un nuovo governo X od Y, anche con Renzi. Lo saremmo con tutti i governi che potrebbero venir fuori dal cappello di Mattarella.

Forse non si andrà a votare e il prossimo governo vivacchierà, stentando sui gerundi e sui congiuntivi. Questo povero Paese meriterebbe ben altro.

Il Santo Padre Mattarella ha ascoltato con pazienza istituzionale i suggerimenti di Fico e della Casellati. Ne farà tesoro, c’è da esserne sicuri. La liturgia delle consultazioni è tanto doverosa quanto inutile.

Basterebbe chiudere in una cella senza cibo, senza acqua e senza microfoni Conte, Renzi e Zingaretti, e magari anche Grillo, finché non trovino una soluzione. Dopo un po’, la crisi sarebbe risolta. Lo fece il popolo di Viterbo quando per un anno intero i Cardinali non si decidevano a eleggere un Papa. Non fu molto democratico, ma il Conclave finì subito e si scelse il Papa.

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