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  • Writer's pictureNavone Luigi M. Libero Pensatore e Templare

Intervista: Rispetto per la Dignità Umana


Una speciale intervista, riproposta oggi 18 novembre 2020 a 10 anni dalla sua scomparsa, di Mauro Luigi Navone, effettuata 18/11/2009 sui Diritti dell’Uomo al Dott. Francesco Proietti Ricci (nella foto b/n), Presidente Nazionale della Lega Interregionale per i Diritti Umani.


E’ stato affermato che la mancanza di rispetto delle convinzioni religiose delle persone è la via che apre la porta alle barbarie ed al decadimento dei diritti umani. Quanto è vera questa affermazione, in questi tempi di guerra? Dott. Proietti Ricci: Partendo da uno dei concetti fondamentali espresso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che garantisce ad ogni individuo la piena libertà di poter esporre le proprie idee personali, è evidente che la strada da percorrere è ancora lunga. Ci troviamo in una situazione dove il materialismo, il valore del denaro, di quanto si “è alla moda”, ha il predominio sulla nostra vita e questo ci porta a non valorizzare più gli altri esseri umani. Quindi, l’eccessiva importanza data ai “valori materiali” è di per sé una violazione continua di quello che è proprio l’aspetto più intimo della dichiarazione stessa, ossia l’amore per il nostro prossimo e l’uguaglianza tra tutti quanti gli esseri. La religione stessa ha subito questo genere di cambiamento, di adeguamento alle esigenze materiali. Non dico che l’emancipazione o l’evoluzione siano un male, ma non può solo esistere lo sviluppo tecnologico e materiale senza un adeguato sviluppo umano e religioso. Negli arsenali ci sono migliaia di bombe atomiche ed armi chimiche e batteriologiche; se si è arrivati a tutto questo vuol dire che qualcosa si è tralasciato o non si è conosciuto in merito alla spiritualità dell’uomo ed alla sua natura religiosa. Diritti dell’Uomo: Quale scenario intravede per il prossimo futuro nel nostro paese riguardo la libertà religiosa? Dott. Proietti Ricci: Bisogna partire da un concetto comune di ciò che si intende per religiosità. Come libero pensatore e credente, una cosa è credere nella propria religione o nell’educazione religiosa ricevuta nella propria infanzia, radicate in sé, poi, attraverso il percorso della vita; un’altra cosa è l’essere soggetti al governo religioso. Quindi bisogna per prima cosa fare una suddivisione tra gli insegnamenti religiosi semplici e genuini e l’uso da parte degli uomini di questi insegnamenti, che spesso è stato strumentalizzato ed usato per rendere l’uomo ancora più soggiogato e schiavo di idoli o paure. Quando i principi del credo di una persona, che a volte si tramandano da millenni, vengono annullati da leggi o da decisioni di governi che non rispettano questi principi, che non sono solo religiosi ma, prima ancora, morali, ne deriva un decadimento di quella cultura e tradizione. Allo stesso modo, riallacciandomi a ciò che ho detto all’inizio di questa risposta, sia in passato che ai nostri giorni, la causa religiosa è stata usata da alcuni leader stolti e con interessi poco spirituali, per generare guerre ed odi tra le persone; il fanatismo è lo strumento che, poggiando sull’ignoranza, è usato dai despoti o dai folli per distruggere gli altri o chi ritengono possa ostacolarli. Ma la causa non è mai la religione o il suo credo. Tutte le religioni sostengono la pace ed il miglioramento dell’uomo, in un modo o nell’altro. Alcuni uomini lavorano per la pace, altri per distruggere e questi ultimi hanno pervertito anche la religione. L’ignoranza e l’analfabetismo sono i migliori alleati dell’intolleranza e della persecuzione religiosa; dove vi è ignoranza vi sarà meno rispetto degli altri e maggiore paura e costrizioni. Anche nel nostro paese abbiamo assistito a questo, ossia alla difficoltà di poter comunicare, di poter esistere e il rischio di essere messo alla gogna sui mass media al minimo errore. Due pesi due misure, certamente; sta a noi fare in modo che la cultura della libertà diventi una realtà. Una libertà che a mio parere non significa “Ti tollero perché non posso metterti in galera”, ma dovrebbe significare “Ti rispetto perché, nell’osservanza delle leggi, la Tua libertà di pensiero e di religione è importante almeno quanto la mia libertà e se Tu vieni offeso per ciò che pensi anche io lo sono”. Diritti dell’Uomo: Qual è il peso che ha la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dopo 11 settembre, specialmente nell’informare i giovani sui diritti umani? Dott. Proietti Ricci: Credo che l’11 settembre sia stato l’apice di ciò che in realtà già esisteva, ovvero, ci sono stati tanti 11 settembre prima del 2001. Guerre, violenze inaudite, stragi di innocenti, donne e bambini. Tanti piccoli e grandi 11 settembre che sono passati più o meno inosservati nella nostra “tranquilla vita indaffarata di tutti i giorni”. La tragedia di New York è stata abominevole e più delle altre ha scosso il mondo intero, perché carica di una simbologia che ha fatto crollare quella parvenza di tranquillità e benessere nella quale vivevamo incuranti o inconsapevoli delle tragedie quotidiane di milioni di uomini, donne e bambini. Quindi le nostre vite sono state toccate e la preoccupazione si è insinuata dentro di noi. I diritti umani possono esistere in un mondo dove chi è onesto può essere tutelato, dove i criminali vengono isolati e non protetti come spesso accade; ritengo che, per fare in modo che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani diventi veramente una realtà, ogni uomo e donna e tutti coloro che hanno il dovere di amministrare la vita della maggioranza, debbano essere in grado di difendere le persone oneste, perché è per loro, in primo luogo, che la Dichiarazione fu scritta.

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